Concerto con Maria Bundgård
7 NOVEMBRE 2022 – ORE 18:00
Ingresso gratuito con registrazione ad accademia@acdan.it
Accademia di Danimarca
Via Omero 18, 00197 Roma
La pianista Maria Bundgård, danese di nascita ma internazionale di formazione, ha studiato presso il Conservatorio Reale di Copenaghen, il Conservatorio Fryderyk Chopin di Varsavia e la Schola Cantorum di Parigi.
Dal 2014 vive a Parigi, e ora è in visita all’Accademia di Danimarca a Roma con un programma di musica virtuosa costituito dai migliori assoli di pianoforte tra i più conosciuti di uno dei massimi compositori romantici della storia: Sergej Rachmaninov.
Il compositore e virtuoso del pianoforte nacque nel 1873 in Russia, da cui fuggì nel 1917 attraverso la Scandinavia, visse in esilio a Copenaghen nel 1918, dopodiché proseguì la sua vita e la sua attività negli Stati Uniti fino alla morte avvenuta a Beverly Hills nel 1943. In un modo in sconvolgimento, il nostalgico Rachmaninov creò un mondo musicale parallelo, drammatico e romantico, forse idealistico: “Mi sento come un fantasma che vaga in un mondo divenuto estraneo. Non posso rinunciare al mio vecchio modo di scrivere, non posso imparare quello nuovo”. Nonostante Rachmaninonv sia dovuto fuggire dalla sua terra natale, la sua musica contiene affascinanti toni romantici nazionali oltre a elementi tardo romantici e moderni.

“Per me leggere gli spartiti delle opere per pianoforte di Rachmaninov è come leggere il suo diario. Nella mia mente me lo immagino in una notte buia seduto al lume di candela mentre annota su carta i suoi pensieri più intimi, con le note anzichè con le parole, e che nella notte invia la partitura come una lettera, ignaro del fatto che atterrerà da me a Parigi 100 anni dopo. Leggo i suoi pensieri, mi riconosco in lui, comprendo i suoi sentimenti. Leggo le sue lettere con i miei occhi in base alla vita che vivo, e così diventa un incontro intimo tra due persone in due dimensioni attraverso il tempo e lo spazio che crea una terza realtà. Vengo attratta dalla grandezza, dalla natura selvaggia, dagli estremi della musica di Rachmaninov, che riconosco nella mia interiorità. Rachmaninov aveva enormi mani con cui poteva raggiungere un’ottava più una sestina, mentre io ho mani piccole e riesco a raggiungere l’accordo di nona. Ma l’energia, sì, quella la condividiamo.”
– Maria Bundgård